Ascensore negato a chi è povero

E’ tipico della nostra nazione reagire ai problemi andando a danneggiare e prevaricare chi non ha nessuna colpa; se un criminale provoca una strage sulla strada per la velocità, il giorno dopo si abbassano i limiti per tutti, per cui la conseguenza è che il criminale continuerà a violare indisturbato la legge e chi rispettava le regole si ritrova ingiustamente danneggiato; questo perché quando una burocrazia non funziona, perché non funzionano i controlli, l’unico modo per fare conoscere all’opinione pubblica che lo Stato interviene è quello di esasperare le regole a carico di quelli che già le rispettano.

Con i crediti di imposta sui lavori (bonus edilizi) il principio suddetto è stato applicato fin dall’inizio e, da ultimo, con il decreto legge n. 39/24.

Alle prime frodi, anziché intensificare i controlli, si è limitata la negoziabilità dei crediti tributari diventando, soprattutto per i condomini, praticamente impossibile accedere al superbonus ed al sismabonus per l’estrema difficoltà a rinvenire soggetti in grado di acquisire i crediti di imposta.

Oggi il governo si rende conto che il deficit provocato dal superbonus (si ripete, non usufruito dai condomini ma, soprattutto, dai proprietari delle ville quando non di veri e propri castelli) ha raggiunto un livello non sostenibile, per cui si è pensato bene di abolire la possibilità dello sconto in fattura per tutte le ipotesi per le quali era rimasto in vigore; tra le ultime ipotesi per le quali era rimasta la possibilità dello sconto in fattura c’era l’installazione di ascensori al fine della eliminazione delle barriere architettoniche.

Si sottolinea la circostanza che, con il decreto che è entrato in vigore il 30 marzo  (decreto legge n. 39/24) non è che sia stato eliminato il credito di imposta al settantacinque per cento, ma è stata abolita la possibilità di cedere il credito con sconto in fattura. Questo determina che i cosiddetti “incapienti”, cioè quelli che non hanno redditi tali da poter compensare con le imposte il credito tributario, di fatto non potranno usufruirne e dovranno pagarsi l’innovazione senza alcun aiuto da parte dello Stato.

Quindi….lo stesso Stato che ha permesso ai ricchi di ristrutturarsi le ville, quando non i castelli con i soldi dei cittadini, oggi nega la possibilità agli invalidi privi di redditi di potersi avvalere dei benefici di legge; la motivazione è proprio l’eccesso di debito accumulato per i ricchi…l’ennesima presa in giro.       

Paolo Gatto

Presidente ALAC

     

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